Battaglia di Rio de la Plata
Premesse
Il 2 dicembre 1939, il commodoro Harwood, comandante della divisione del l'America meridionale, si trovava a bordo dell'Ajax, a Port Stanley nelle isole Falkland le ultime notizie che aveva avuto della Graf Spee risalivano a diciassette giorni prima: si sapeva soltanto che il 15 novembre essa aveva affondato l'Africa Shell nel settore del Madagascar. Anche supponendo che dopo quell'azione l'unità tedesca avesse viaggiato a bassa velocità per risparmiare combustibile, in quel momento essa poteva trovarsi in un punto qualsiasi entro un raggio di 6.000 miglia dal Madagascar. Non si poteva quindi che formulare congetture in merito al luogo in cui la Graf Spee poteva trovarsi, il commodoro sapeva che le rotte di navigazione molto battute che congiungevano Rio de la Plata e Rio de Janeiro con la Gran Bretagna dovevano rappresentare una forte tentazione per una corazzata tascabile.
Nel pomeriggio del 2 dicembre l'Ajax salpò, con a bordo Harwood, dirigendo verso il Rio de la Plata dove avrebbe dovuto sostituire il Cumberland; ma meno di un'ora dopo un messaggio cifrato del l'Ammiragliato informò il commodoro che la Doric Star era stata appena attaccata da una corazzata tascabile a sud ovest di Sant'Elena, a più di 3.000 miglia di distanza da uno qualsiasi dei punti vitali del la costa dell'America meridionale nei quali si concentrava il traffico mercantile. Prima dell'alba del giorno successivo, 3 dicembre, Harwood ricevette un altro messaggio: una nave ignota (si trattava della Tairoa) aveva subito un attacco analogo 170 miglia a sud ovest del punto in cui era stata attaccata la Doric Star. Mentre gli specialisti calcolavano la posizione della Graf Spee e fornivano le distanze che separavano l'ultima posizione nota dell'unità tedesca da Rio de Janeiro' dal Rio de la Plata e dalle isole Falkland, Harwood valutò la velocità alla quale il nemico si sarebbe diretto verso il suo successivo bersaglio. Questo calcolo era piuttosto difficile, in quanto, mentre le maggiori navi da guerra della flotta inglese avevano motori a vapore, la Graf Spee impiegava i Diesel, e nessuno fuori dagli ambienti navali tedeschi ne conosceva la velocità a massimo regime. Har wood giunse a valutarne la velocità in 15 nodi e tracciò un disegno schematico da cui risultavano le date entro le quali la Graf Spee avrebbe potuto raggiungere le zone vitali la cui protezione era di sua compe tenza : Rio de Janeiro nelle prime ore del 12 dicembre il Rio de la Plata nelle prime ore del 13 e le Falkland entro il 14. Harwood decise per il Rio de la Plata e impartì in conformità i suoi ordini: l'Ajax, l'Achilles e l'Exeter si sarebbero riuniti al largo del Rio de la Plata il 10 dicembre, mentre il Cumberland sarebbe rimasto alle Falkland per la prosecuzione dei lavori in corso, tenendosi però a disposizione " su breve preavviso ".
Potrebbe sembrare che, dato il rapporto numerico tre navi contro una nel caso di una battaglia il pronostico sarebbe sembrato favorevole agli inglesi; in realtà le cose non stavano cosi, sebbene al momento del varo della Graf Spee la Germania potesse costruire navi da guerra di di slocamento non superiore alle 10.000 tonnellate, la Graf Spee dislocava 12.000 tonnellate ed era di concezione rivoluzionaria: lo scafo era saldato, i motori alternativi Diesel consentivano una velocità di 26 nodi e l'autonomia era di 12.500 miglia. Le parti vulnerabili dello scafo e delle sovrastrutture erano protette da una corazza dello spessore di quasi 14 cm. Aveva sei cannoni da 280 mm sistemati in due torri; tali cannoni lanciavano un proietto del peso di 304 kg con una gittata massima di 31 km.
Anche l'armamento secondario, composto da otto cannoni da 150 mm reggeva ottimamente il confronto con quello principale dell'Ajax e dell'Achilles: ciascuna delle due unità inglesi aveva otto cannoni da 152 mm che lanciavano un proietto di 50,8 kg con una gittata massima di 18 km. L'Exeter avrebbe dovuto avere otto cannoni da 203 mm con una gittata massima di 28 km, ma, secondo le restrizioni imposte dalle norme internazionali, esso era stato costruito con soltanto sei di questi cannoni invece degli otto per i quali quel tipo di nave era stato progettato. Tutte e tre le navi inglesi avevano in dotazione un aereo ma nessuna era munita di radar mentre La Graf Spee era dotata di un tipo di radar misuratore delle distanze ma che spesso era inefficiente e non veniva impiegato in battaglia.
Graf Spee |
| gittata max al traverso 27.400 m | velocità max 26 nodi |
Exeter |
| gittata max al traverso 24.700 m | velocità max 31,25 nodi |
Ajax |
| gittata max al traverso 22.850 m | velocità max 31,25 nodi |
Achilles |
| gittata max al traverso 22.850 m | velocità max 31,25 nodi |
Se sì fosse imbattuto nelle tre navi, Langsdorff non avrebbe avuto molto da temere: la Graf Spee avrebbe potuto impegnare battaglia a 17 miglia di distanza, mentre l'Ajax e l'Achilles, non potevano fare nulla a una distanza superiore alle 9 miglia; unico punto a suo sfavore, la maggior portata dei cannoni dell'Exeter, che con un colpo fortunato avrebbero potuto danneggiare la corazzata tascabile. Anche Harwood basava la sua azione su alcuni procedimenti tattici, uno dei quali era di concentrare in una sola sezione, le unità a sua disposizione. Poteva poi scegliere tra due soluzioni alternative attaccare immediatamente, preoccupandosi soltanto di ridurre il più rapidamente possibile la distanza grazie all'unico vantaggio che aveva rispetto alla Graf Spee una maggiore velocità di 6/7 nodi; oppure, tentare di seguire come un'ombra la corazzata tascabile, sfruttando la velocità per mantenersi fuori dalla portata dei suoi cannoni, e aspettare finché i suoi appelli radio avessero fatto confluire rinforzi nella zona. All'alba del 13 dicembre, avendo catturato alcuni documenti che indicavano la rotta seguita dalle navi inglesi che lasciavano il Rio de la Plata, Langsdorff incrociava lungo questa rotta sperando di im battersi in qualche preda. Aveva deciso che se entro sera non avesse avvistato nulla, avrebbe invertito la rotta e riattraversato l'Atlantico per portarsi sulle coste occidentali dell'Africa. Alle prime luci del giorno la corazzata tascabile navigava con rotta sud sud est a una velocità di 15 nodi. L'Ajax, l'Achilles e l'Exeter si stavano muovendo a una velocità di 14 nodi in direzione est nord est, con ampi zigzag. Il giorno prima, con un breve messaggio radio Harwood aveva dato ai comandanti delle tre unità le necessarie disposizioni per l'eventualità di un incontro con la Graf Spee. Il messaggio iniziava con le pa role: " Attaccare immediatamente, di giorno o di notte " e stabiliva che l'Ajax e l'Achilles avrebbero costituito una sezione e l'Exeter un'altra. Le due sezioni avrebbero avuto rotte divergenti, e mentre l'Ajax e l'Achilles avrebbero concen trato il loro fuoco (come fossero state un'unica nave), l'Exeter, con osservazione trasversale, avrebbe rilevato e trasmesso loro le indicazioni necessarie per aggiustare il tiro. Harwood non voleva neppu re prendere in considerazione la possibilità di limitarsi a seguire l'unità nemica aspettando l'arrivo di rinforzi più cospicui. Eppure è dubbio che Harwood avesse davvero mai pensato alla possibilità che la Graf Spee apparisse all'orizzonte alla data prevista: " mattino giorno 13 ". Ciò avrebbe infatti costituito una coincidenza quasi incredibile; Harwood prevedeva quindi che la prima indicazione circa la posizione della nave tedesca sarebbe giunta attraverso qualche messaggio di " avvista mento corsaro " trasmesso da un mercantile al momento dell'attacco. Questa con vinzione lo indusse a non inviare in rico gnizione un aereo durante le ore di luce.
La prima fase della battaglia.
La Graf Spee, col vantaggio di sapere che tutte le navi avvistate erano nemiche e che le sue vedette erano in posizione più elevata sul livello del mare rispetto a quel le di Harwood, alle ore 05.52 individuò sul mascone di dritta due alti alberi e poco dopo altri due. Langsdorff mantenne la stessa rotta e la stessa velocità, e preparò la nave per l'imminente azione; alle 06,00 la nave di destra fu identificata come l'Exeter i cui alberi erano molto alti mentre si pensò che gli altri alberi fossero quelli di due cacciatorpediniere. Langsdorff, ritenendo che le tre unità stessero proteggendo un convoglio proveniente dal Rio de la Plata, decise di attaccare immediatamente e portò al massimo la velocità cosa che di solito faceva sì che i motori della Graf Spee emettessero per alcuni momenti una densa nube di fumo nero per ridurre la distanza prima che le navi inglesi, con le loro turbine a vapore, potessero raggiungere il loro regime massimo. Fino a quel momento le navi inglesi, a causa della più bassa posizione delle loro vedette, non avevano avvistato la Graf Spee, ma la nube scura fu vista quasi im mediatamente. L'apparizione di fumo al l'orizzonte era una cosa abbastanza comune e in un primo tempo si pensò che provenisse da un mercantile. Il commodoro ordinò all'Exeter di indagare e al comandante Bell fu comunicato che se la nave era diretta al Rio de la Plata avrebbe dovuto esserle consegnato un normale messaggio cifrato che egli aveva a bordo e che era destinato al console inglese, affinché lo recapitasse a Montevideo, consentendo così alle unità da guerra di non interrompere il silenzio radio. Alle 06.14 l'Exeter uscì di formazione di rigendosi verso la Graf Spee. Le due navi si avvicinavano l'una all'altra partendo da una distanza di 50 miglia, la prima preparandosi a incontrare un amico la seconda con i cannoni già caricati per aprire il fuoco contro un nemico. All'incirca alle 06.16, quando l'Ajax e l'Achil les cominciavano a intravederla sotto il fumo il comandante Bell segnalò all'Ajax: " Penso si tratti di una corazzata tascabile " cui seguirono le parole " Nemico in vi sta rilevamento 322 gradi ". Per caso, le navi si trovavano già quasi esattamente nella disposizione da Harwood desiderata: la Graf Spee stava avanzando da nord ovest, mentre l'Exeter le si avvicinava sul mascone di dritta; l'Ajax e l'Achilles, che costituivano l'altra sezione, puntavano verso nord est, incrociando la rotta della corazzata tascabile in modo da portarsi sul suo mascone di si nistra, la Graf Spee aprì il fuoco sull'Exeter con tutti i cannoni da 280 mm alle 06.17, centrandolo con la terza salva alle 06.23. Un colpo corto, scoppiando uccise gli uomini addetti al lanciasiluri di dritta danneggiò gli impianti di comunicazione e accese alcuni focolai d'incendio, mentre l'aereo e i riflettori vennero crivellati dalle schegge. Ma il guaio maggiore. dal punto di vista del direttore del tiro, fu che le luci "cannone pronto ". che indicavano il momento in cui ciascun cannone era carico e pronto per fare fuoco e l'indicatore acustico di "caduta di proietto", che suonava nel momento in cui una salva giungeva a segno, vennero messi fuori uso. Pochi istanti dopo, un altro proietto da 280 mm si abbatte a poppavia della seconda torre da 203 (torre B) attraversò il locale dell'infermeria ed uscì dal fianco della nave senza esplodere. Fino a quel momento la Graf Spee aveva usato proiettili a spoletta posteriore ritardata, cioè che esplodevano una frazione di secondo dopo essere penetrati nella corazza. Da quel momento, per danneggiare il più possibile gli incrociatori inglesi la cui corazza era piuttosto leggera i tedeschi impiegarono proietti a percussione con spoletta anteriore. Anche i cannoni da 203 mm dell'Exeter centrarono la Graf Spee con la terza salva ma pochi istanti dopo un proietto da 280 mm dell'ottava salva della corazzata tascabile colpì la torre B da 203 mm strappandone via la protezione frontale, uccidendo otto uomini e ponendola fuori uso, le schegge crivellarono il ponte sfasciando la cabina del timone e falciando gli ufficiali (solo il comandante Bell, che rimase ferito e altri due ufficiali sopravvissero).
Le altre due torri delle artiglierie, la A a prua e la Y a poppa, continuavano a fare fuoco pochi minuti dopo che il colpo aveva raggiunto la torre B, il comandante Bell riuscì di nuovo a governare la nave da poppa, impiegando la bussola di una lan cia di salvataggio e una catena di portaordini. mentre la Graf Spee, a circa 12 km sul mascone di dritta, si muoveva lungo una rotta opposta ma parallela. Nel frattempo l'Ajax e l'Achilles, che si trovavano sul mascone di sinistra della Graf Spee, avevano aperto il fuoco alle 06.20 da una distanza di circa 18 km; ma le loro salve risultarono molto corte. La Graf Spee cominciò a far fuoco contro di loro con i suoi pezzi da 150 mm, mantenendo per il momento le torri da 280 mm sull'Exeter. Langsdorff si rese però conto che i due incrociatori, tagliandogli la rotta di prua, si erano portati in una posizione favorevole circa 25 gradi sul suo mascone di sinistra per un lancio di siluri. Vedendo che dall'Exeter, che era stato colpito più volte, si levava una grande nube di fumo, ritenne che esso non costituisse più la minaccia maggiore e accostò lentamente verso nord, ordinando che le torri da 280 mm venissero puntate contro l'Ajax. Una delle prime salve centrò l'unità in glese, la quale accostò a dritta allo scopo di evitare la salva succes siva, mentre altrettanto faceva l'Achilles. L'accostata verso nord di Langsdorff pose i due incrociatori al suo traverso a dritta, rendendo quindi quasi impossibile un loro attacco coi siluri. In quel momento l'Exeter si trovava di poco a poppavia del suo traverso a dritta e stava accostando verso di lui. L'unità inglese aveva già subito danni gravissimi. Pochi istanti prima che la Graf Spee volgesse il suo armamento principale verso l'Ajax, altri due proietti da 280 mm avevano colpito l'Exeter. Il primo aveva colpito una delle ancore, aprendo uno squarcio di circa 2 x 2,5 metri appena al di sopra della linea di galleggiamento, allentando le chiodature, appiccando un incendio e crivellando una paratia stagna. La seconda era caduta sul ponte di fronte alla torre A provocando ulteriori squarci e incendi. Con questi danni e quelli provocati dai proietti esplosi molto vicino alle murate, la parte anteriore dell'Exeter cominciò a fare acqua, mentre quasi tutta la nave era coperta dal fumo che usciva da aperture e da bocca porti. Fu a questo punto che il fumo e la posizione dell'Ajax e dell'Achilles indussero Langsdorff a distogliere dall'Exeter i suoi cannoni da 280 mm; ma l'ufficiale dell'Exeter addetto ai siluri aveva già notato che la Graf Spee avrebbe presto rappresentato un buon bersaglio. Poiché non vi era tempo per interpellare il comandante Bell, dopo aver radunato i suoi uomini ancora in columi, alle 06.31 egli lanciò tre siluri dai tubi di dritta il comandante Beli si affrettò ad accostare sulla dritta verso la Graf Spee, pronto a lanciare i siluri di sinistra. Langsdorff si accorse dì questa mossa e distolse i suoi cannoni da 280 mm dall'Ajax e dal l'Achilles per ripuntarli sull'Exeter. Alle 06.39 uno dei proietti da 280 mm della Graf Spee colpi la cabina dell'ufficia le di rotta dell'Exeter, continuò il suo tragitto uccidendo cinque radiotelegrafisti e infine esplose su uno dei quattro cannoni da 102 mm di dritta. Pochi istanti dopo un altro proietto da 280 mm (il sesto colpo in pieno, il che significava che l'Exeter aveva incassato l'equivalente di un'intera bordata della Graf Spee) esplose sul cannone di destra della torre A, strappando la corazza anteriore e sconquassando l'intera torre. Quasi simultaneamente un altro proietto dello stesso calibro esplose negli alloggi dei sottufficiali appiccando un pericoloso incendio nel deposito delle munizioni da 102 mm, crivellando di schegge lo scafo della nave al di sotto della linea di galleggiamento e tagliando tre paratie stagne. Altre schegge danneggiarono seriamente i locali dove si trovavano i quadri di controllo e la dinamo anteriore, spezzando cavi elettrici di importanza vitale, tra cui quel li che fornivano l'energia alla centrale dei servo comandi (costituente il " cervello " dei calibri maggiori). Anche le bussole giroscopiche e le loro ripetitrici furono messe fuori uso; in effetti, quest'unico proietto costrinse infine l'Exeter a rinunciare a qualsiasi azione. A quel punto, la situazione dell'Exeter era la seguente: essendo entrate circa 650 tonnellate di acqua, la nave era appruata di quasi un metro. con uno sbandamento di cir ca 7 10 gradi; le torri A e B erano state messe fuori uso da colpi in pieno, ma la torre Y continuava a fare fuoco effettuando il puntamento con il sistema di controllo locale; solo uno dei cannoni da 102 mm era ancora attivo; il ponte, la torre della direzione tiro (DCT. director control tower) e la centrale di tiro erano fuori uso; tutte le linee telefoniche erano tagliate e le comu nicazioni radio con l'Ajax interrotte; violenti incendi divampavano nei loca li delle cucine e della mensa sottufficiali, mentre incendi di minori proporzioni erano scoppiati in diversi altri punti e quasi tutte le condutture erano state tagliate dalle schegge; pericolose falle si erano aperte sotto la linea di galleggiamento. Nonostante tutto ciò la sala macchine era rimasta indenne. Anche se stava lentamente affondando, l'incrociatore si muoveva ancora a tutta velocità e continuava a fare fuoco. E non fu un ennesimo colpo della Graf Spee che lo costrinse poco dopo a uscire dalla battaglia, bensì l'acqua, che entrando nello scafo attraverso i fori prodotti dalle schegge finì con l'interrompere la trasmissione di energia elettrica alla torre Y e col renderla inutilizzabile. Con la sua ultima torre fuori uso, la nave che affondava e soltanto la bussola di una lancia per guidarla, il comandante Bell ricevette dal commodoro l'ordine di sottrarsi alla battaglia; fino a quel momento, egli aveva addirittura considerato la possibilità di speronare la Graf Spee.
Nel frattempo l'Ajax e l'Achilles avevano accostato in un primo tempo(alle 06.37) verso nord e poi verso ovest, per neutralizzare l'accostata della Graf Spee e ridurre la distanza. La corazzata tascabile si muoveva a zig zag per evitare le salve degli incrociatori, ma in realtà ciò ostacolava più i cannonieri tedeschi che quelli inglesi, e consentiva all'Ajax e all'Achilles dì guadagnare più rapidamente terreno. Il pilota dell'aereo dell'Ajax era da tempo impaziente di prendere il volo, e infine ottenne il permesso di farlo purché la manovra non interrompesse il fuoco delle tor ri X e Y (la catapulta risentiva dei loro spari) indice questo di quanto poco fosse apprezzato il contributo che l'aereo poteva dare per la localizzazione dei bersagli. Poco dopo che l'aereo dell'Ajax era sta to catapultato, una salva da 280 mm della Graf Spee esplose vicina alla murata di sinistra dell'Achilles, e uno dei colpi lanciò centinaia di schegge. Molte attraversarono il ponte di comando (ferendo il comandan te Parry) e la sovrastante torretta di pun teria, mettendo fuori uso gli strumenti di comando delle artiglierie. Quando il comandante Parry riprese i sensi, i cannoni del l'Achilles erano puntati in direzione sbagliata e inattivi. Ciò era accaduto in quanto il comandante Parry aveva avuto la saggia idea di ordinare all'ufficiale di rotta di puntare verso gli spruzzi sollevati dalle salve della Graf Spee, facendo affidamento sul fatto che i cannonieri tedeschi, vedendo che una salva era troppo corta, per la salva successiva avrebbero leggermente allungato il tiro; ma nel frattempo dirigendosi verso i punti di caduta della salva precedente, l'Achilles avrebbe accorciato la distanza rendendo quindi vana la correzione. L'ufficiale di rotta aveva adottato questo accorgimento con la salva che aveva danneggiato la nave, ma le schegge, crivellando la torretta di punteria, avevano ferito quasi tutti quelli che vi si trovavano, compreso il direttore di tiro, cosicché le torri dei cannoni non stavano ricevendo alcun ordine. Nel giro di tre o quattro minuti gli uomini rimasti feriti nella torretta di punteria riuscirono a bendarsi le ferite e a riprendere in mano la situazione, mentre sul ponte di comando il comandante Parry re stò inattivo il tempo strettamente necessario perché gli bendassero le gambe ferite. Alle ore 07.00 la Graf Spee dirigeva verso nord ovest a una velocità di 24 nodi, segui ta nel quadrante di dritta a poppa dall'Ajax e dall'Achilles a 30 nodi, e avendo al traverso a sinistra l'Exeter che appena governava sparando soltanto con la torre Y. La Graf Spee cominciò allora ad emettere cortine fumogene che spesso la nascondevano completamente; la prima fase della battaglia era finita.
Considerazioni
Nel corso di questa prima fase, Langsdorff era stato colpito due volte da piccole schegge, mentre una volta fu addirittura gettato a terra svenuto. La Graf Spee era stata colpita più volte, ma aveva subito danni relativamente esigui: poteva ancora navigare a tutta velocità, tutti i cannoni erano in condizione di far fuoco e lo scafo non presentava falle. La decisione più importante che Langs dorff aveva preso fino a quel momento era naturalmente quella relativa all'opportunità di attaccare o meno quando aveva avvistato le unità inglesi. Agli occhi di Langsdorff la situazione appariva la seguente: egli si trovava di fronte un Exeter probabilmente impreparato (e che quindi avrebbe avuto bisogno di un cer to tempo per raggiungere la velocità massima) e due cacciatorpediniere. Riducendo rapidamente la distanza, Langsdorff sperava di sopraffare l'Exeter e i cacciatorpedi niere sfruttando la maggiore portata dei suoi cannoni da 280 mm. Una mossa di que sto genere gli avrebbe consentito di liberarsi di tre unità che altrimenti avrebbero potuto seguirlo come ombre, e nello stesso tempo avrebbe lasciato alla sua mercé il convoglio che egli riteneva stessero scortando. Quando però, cinque minuti dopo, si accorse che i " cacciatorpediniere " erano l'Ajax e l'Achilles, Langsdorff non fece alcun tentativo per ritirarsi; anzi, secondo il resoconto che Langsdorff stesso diede dell'azione, alle 06.12 mutò rotta per dare il via, a dritta, a uno scontro " a inseguimento " e alle 06.17 apri il fuoco. Il grand'ammiraglio Raeder, che a quel tempo comandava la marina tedesca, scrisse più tardi che qualora Langsdorff avesse impegnato forze nemiche avrebbe commesso un errore, a parte il fatto di andare contro le direttive di carattere generale impartitegli dal suo superiore. Ma qualora si fosse trovato coinvolto in uno scontro, Langsdorff avrebbe dovuto com battere o tentare di fuggire? Langsdorff era ossessionato in modo irragionevole dall'idea di essere seguito a di stanza: egli scrisse che nell'Atlantico meridionale l'atmosfera è così tersa e luminosa che, anche di notte con la luna, è im possibile levarsi di dosso un eventuale inseguitore ". Ma non vi era luna in quel periodo; e poche ore più tardi l'Ajax e l'Achilles persero di vista più volte la Graf Spee, anche quando essa si stagliava contro le luci di Montevideo. I suoi timori erano dunque infondati. Gli inglesi non sperarono mai seriamente di riuscire a seguire a distanza una nave nemica, di notte; e Harwood per primo era sempre stato deciso ad attaccare immediatamente. L'Ajax e l'Achilles potevano navigare a 31 nodi mentre la velocità massima della Graf Spee era in quel momento di 24 nodi, Ma se alle 06.12, Prima di essere identificata, la Graf Spee avesse invertito la rotta, gli incrociatori inglesi avrebbero potuto guadagnare terreno solo a un ritmo massimo di 7 nodi all'ora (e forse meno, in quanto le unità inglesi avrebbero perso velocità zig zagando), trovandosi esposti ai cannoni da 280 mm della Graf Spee per tutto il tempo che sarebbe stato loro necessario per colmare la differenza di 7 miglia nella gittata deì propri cannoni.
La seconda fase
La seconda fase della battaglia iniziò poco dopo le 7 quando la Graf Spee, a una velocità di 24 nodi, accostò a ovest sotto la copertura delle cortine fumogene. A 8 miglia e 3/4 di distanza, l'Ajax e l'Achilles le tagliavano la rotta di poppa, con tutti i loro cannoni in condizioni di sparare, a una velocità dì 31 nodi. Il Seafox, l'aereo dell'Ajax, si era portato a quasi 1.000 metri di quota per iniziare la sua attività di localizzazione del bersaglio, ma per qualche tempo il suo contributo non poté essere sfruttato. Il danno arrecato alla torretta della direzione tiro dell'Achilles e il successivo malinteso a proposito delle indicazioni inviate dall'aereo, peggiorarono notevolmente la situazione delle unità inglesi. Ma Langsdorff non approfittò di questo colpo di fortuna: alle 07.16 accostò ulteriormente a sinistra. Nello stesso tempo, sapendo che la distanza era proprio quella giusta per la corazzata tascabile mentre era ancora troppo grande per i cannoni da 152 dell'Ajax e del l'Achilles, Harwood decise di puntare sul la Graf Spee a tutta velocità, anche se ciò avrebbe significato che le due torri di poppa di ciascun incrociatore non avrebbero potuto far fuoco e quindi la loro potenza di fuoco sarebbe stata dimezzata. Si trattò di una decisione audace e coraggiosa, presa in mezzo all'assordante fragore dei suoi stessi cannoni e alle salve della Graf Spee che esplodevano sottobordo. Avrebbe vinto anche se, probabilmente a un prezzo terribile per l'Ajax e l'Achilles o avrebbe perso ambedue le navi e la Graf Spee sarebbe fuggita. Il segnale " avanti a tutta forza " fu trasmesso all'Achilles, e l'Ajax si portò sulla sinistra. In quel momento i problemi connessi alle segnalazioni provenienti dal Seafox erano stati risolti e le due navi poteva no far fuoco con precisione e rapidità ciascuna sparava circa 3 salve al minuto. Quando la Graf Spee accostò a sinistra, pensando che essa andasse a dare il colpo di grazia all'Exeter (che dovette ritirarsi dalla battaglia pochi minuti più tardi) Har wood fece immediatamente accostare a dritta l'Ajax e l'Achilles. Langsdorff abboccò e accostò di nuovo verso nord ovest, spostando ambedue le torri da 280 mm dal l'Exeter sull'Ajax e sull'Achilles. Ma Har wood, che era un esperto in fatto di siluri, pensò che per qualche minuto la Graf Spee avrebbe mantenuto quella rotta. Alle 07.24 ordinò all'Ajax di mettere in azione i suoi lanciasiluri di sinistra (in quel momento la distanza era di circa 8 km). Purtroppo tutti e quattro i siluri affiorarono quasi subito e la Graf Spee, avendoli avvistati, accostò di 130 gradi per evitarli, riportandosi tre minuti dopo sulla precedente rotta. La Graf Spee si era da pochi istanti riportata sulla sua rotta primitiva quando un'improvvisa esplosione scosse l'Ajax: un proietto da 280 mm aveva colpito la nave mettendo fuori uso, secondo il rapporto del direttore del tiro, ambedue le torri di poppa, la nave era ancora sottosopra per l'esplosione quando il Seafox segnalò: " Siluri in arrivo: incroceranno la vostra rotta. " Harwood, come prima Langsdorff, non ebbe scelta: dall'Ajax accostò di 80 gradi a sinistra e segnalò all'Achilles che gli sarebbe passato di poppa. Riportatosi sulla rotta precedente, l'Ajax riprese l'inseguimento: alle 07.38 la distanza era ridotta a 4 miglia distanza così esigua che la Graf Spee ol tre ai cannoni da 280 mm e a quelli da 150 mm, impiegava anche i suoi pezzi contraerei da 88 mm sparando a tempo. Anche le due unità inglesi colpirono la Graf Spee, arrecandole però danni trascurabili. Dopo un minuto o due accaddero quasi simultaneamente due cose: innanzitutto Harwood fu informato che solo due delle torri da 152 mm dell'Ajax sparavano, in quanto dopo che il proietto da 280 mm del la Graf Spee aveva messo fuori uso le torri X e Y uno dei montacarichi della torre B si era inceppato; in secondo luogo, gli venne riferito che all'Ajax non restava più che il venti per cento delle munizioni quanto bastava per cinquanta bordate. Coperti da nebbia artificiale i due incrociato riaccostarono verso est, ma mentre l'Ajax stava compiendo la manovra un'altra salva da 280 mm lo centrò: un proietto tagliò in due il principale albero di gabbia, abbattendo tutte le antenne radio. La Graf Spee non sembrava danneggiata, i suoi cannoni principali continuavano a sparare con precisione e l'Exeter era fuori causa: solo due piccoli incrociatori le impedivano di attaccare le ricche rotte com merciali dei Rio de la Plata. Gli inglesi restarono quindi stupefatti quando, pochi minuti dopo, videro che il nemico si allontanava verso ovest a velocità abbastanza sostenuta. Le due unità inglesi cominciarono a seguirlo a una distanza di 15 miglia, aiutati dal fumo che, sviluppato dai Diesel della corazzata tascabile, usciva copioso dal fumaiolo.
Considerazioni
La seconda fase della battaglia terminò quando ebbe inizio l'inseguimento. Sia l'Ajax che l'Achilles erano usciti da questa fase con pochi danni, ma la grande quanti tà di proietti sparati contro il nemico sembrava avere avuto effetti quasi nulli. (l'Achilles, ad esempio, aveva sparato 340 salve dalla torre A, 349 dalla B, 290 dalla X e 263 dalla Y.) A bordo della Graf Spee, Langsdorff, dopo essere stato informato dei danni subiti fece un giro di ispezione sulla nave. Ritornando sul ponte di comando, disse al suo ufficiale di rotta: " Dobbiamo affrettarci a raggiungere un porto; in queste condizioni la nave non potrebbe tenere il mare d'inverno nell'Atlantico settentrionale. " Queste parole vennero trascritte sulla relazio ne della battaglia della Graf Spee, e in se guito l'ufficiale di rotta scrisse che la decisione del comandante non era piaciuta né a lui né al direttore del tiro. La relazione della Graf Spee continuava: " Il comandante, dopo aver espresso con fermezza le sue tesi, ordinò all'ufficiale di rotta di verificare se il porto più adatto a quel lo scopo fosse Montevideo o Buenos Aires, L'ufficiale di rotta propose Montevideo. " Venne poi stilato e inviato a Berlino un messaggio che illustrava le intenzioni di Langsdorff; la risposta fu: " D'accordo, comandante in capo. " Il 15 dicembre, in un rapporto più particolareggiato inviato a Berlino, Langsdorff scrisse: " L'ispezione dei colpi ricevuti rivela che tutte le cambuse, eccettuata quella dell'ammiraglio, sono rimaste gravemente danneggiate. Nel deposito della farina è entrata una certa quantità di acqua, e ciò minaccia di ridurre la disponibilità di pane; il castello di prua ha subito un colpo in pieno, cosicché in inverno la nave non può affrontare l'Atlantico settentrionale poiché coi mezzi di cui si dispone a bordo non è possibile riparare i danni in modo da mettere la nave in condizione di aprirsi la via per ritornare in patria, ho deciso di entrare nel Rio de la Plata, anche a rischio di restarvi bloccato ". Le affermazioni di Langsdorff appaiono dettate da un notevole turbamento. In realtà, la nave era stata colpita da 17 proietti e uno degli ufficiali addetti alle artiglierie della Graf Spee aveva annotato: " Tre di essi rimbalzarono sulla corazza della nostra torretta di punteria come noccioline, e an che in quei casi in cui forarono le nostre sovrastrutture finirono nell'acqua senza provocare danni. "
Secondo il rapporto strato dagli stessi uf ficiali della nave, vi erano ben pochi danni rilevanti. Anche se un telemetro era andato distrutto, l'armamento principale era indenne. Dell'armamento secondario solo due can noni erano stati messi fuori uso. Nessun danno fu riscontrato nella sala macchine. Nello scafo vennero rilevati nove fori; il più grande, che si trovava a prua ben al di sopra della linea di galleggiamento, misura va circa 180 X 180 cm, mentre gli altri non superavano i 40 mq. Le perdite della Graf Spee ammonta vano in quel momento a 37 morti e 57 fe riti, su di un equipaggio di 1.100 unità.
La fine della battaglia
L'ultima fase della battaglia cominciò al le 08.30 e terminò verso mezzanotte. In un primo momento Harwood, preoccupato della sorte dell'Exeter, il pezzo forte della di visione, ignorando in quali condizioni esso si trovasse aveva inviato via radio il seguente messaggio: " Raggiungetemi. Quale velo cità potete sviluppare? " Poiché l'Exeter non aveva ancora installato le antenne di emergenza, il messaggio di Harwood non ebbe risposta; al Seafox fu allora comunicato di ritrovare l'unità e di trasmettere l'ordine di raggiungere l'Ajax e l'Achilles. Dopo mezz'ora l'aereo tornò e trasmise il seguente rapporto: " Exeter gravemente danneggiato; fa quanto può per rientrare ". La nave si tro vava a una distanza di 18 miglia, e più tardi il pilota scrisse: " Non avevo mai visto un tale macello; almeno, in una nave destinata a restare a galla. Col rollio, l'albero maestro oscillava in modo chiaramente visibi le. " A mezzogiorno l'installazione delle antenne sull'Exeter fu ultimata e quando Harwood fu informato dell'entità dei danni, ordinò all'unità di far rotta per le isole Falk land . Nel frattempo il Cumberland aveva ricevuto l'ordine di salpare da Port Stanley e dirigere a nord; in effetti il comandante, dopo aver per caso captato alcuni frammenti di messaggio radio ed essersi impegnato in un ingegnoso lavoro di interpretazione aveva già iniziato i preparativi. Comunque, per raggiungere il teatro della battaglia gli sarebbero state necessarie almeno trentasei ore. Alle 10.10 l'Achilles, avendo sopravvalutato la velocità della Graf Spee, si era avvicinato a circa 13 miglia e mezzo. La corazzata tascabile accostò e sparò tre salve, la seconda delle quali cadde molto vicino alla unità inglese. Alle 11.03 la Graf Spee, avendo avvistato a non grande distanza una nave mercantile, usando il segnale di soccorso prebellico co municò all'Ajax: " Vi preghiamo di raccogliere le lance di salvataggio del vapore inglese. ". In realtà Langsdorff non affondò la nave, la Shakespeare. Egli aveva ordinato all'equipaggio di abbandonare la nave, ma poiché, secondo quanto appare nel diario di guerra tedesco ciò non era avvenuto, il comandante cambiò idea... tenendo conto di quel la che sarebbe poi stata la probabile accoglienza riservata al suo equipaggio a Mon tevideo. Si deve rilevare che durante tutta la sua missione Langsdorff aveva affondato nove navi inglesi senza provocare la perdita di una sola vita umana. Gli inglesi passarono un brutto momento alle 15.30, quando l'Achilles avvistò in di rezione nord ovest una nave col fumaiolo affusolato. Nulla di simile appariva nei manuali di identificazione, ma nessuno aveva ancora visto una fotografia degli incrociatori tedeschi del tipo Hipper armati con cannoni da 203 mm. Un messaggio da poco diffuso aveva fornito dettagli sufficienti per tratteggiare uno schizzo approssimativo del la nuova unità tedesca, e la somiglianza era impressionante. Anche se l'idea che si trattasse di una nave di quel tipo si diffuse in un baleno, prima di segnalare il fatto al l'Ajax il comandante Parry preferì attendere; quando infine sembrò non vi fosse più alcun dubbio, trasmise: " Emergenza! Nemico in vista rilevamento 297, " e poi: " Sospetto incrociatore con cannoni da 203 mm. Confermo quanto prima. " Per Harwood la notizia costituì un duro colpo; essa sembrava spiegare la rapida ri tirata della Graf Spee verso ovest i tede schi lo stavano attirando in una trappola. Pochi minuti dopo, però, l'Achilles comunicò: " Falso allarme. " Si trattava semplicemente di un mercantile di nuovo tipo, il De lane, con sovrastrutture affusolate. Alle 18.52, da una distanza di 13 miglia la Graf Spee sparò due salve contro l'Ajax e proseguì verso la costa dell'Uruguay, col sole che sarebbe tramontato alle 20.48. Durante l'ora seguente la Graf Spee sparò altre tre salve, ma l'Achilles, certo che i tedeschi non potevano scorgerlo nel l'oscurità, non rispose. Le salve tedesche ebbero però un altro effetto. " Il fumo del la cordite era così scuro, " scrisse il comandante Parry, " che queste salve crearono una cortina fumogena dietro la quale era molto difficile distinguere la nave tedesca; solo due ore dopo il tramonto fu possibile iden tificarla nuovamente senza alcun dubbio. " Alle 22.13 il comandante Parry poté vedere la sagoma della Graf Spee stagliarsi contro le luci di Montevideo. Poiché la sola carta che Harwood aveva in mano era quella di tentare di trattenere il nemico in porto, egli chiese via radio al ministro plenipotenziario inglese a Montevideo di " usare tutti i mezzi possibili per ritardare la partenza della Graf Spee, in modo da guadagnare tempo e consentire ai rinforzi di raggiungermi. Suggerirei di far salpare navi inglesi e invocare poi la regola delle ventiquattro ore per impedire all'unità tedesca di lasciare il porto. " (Secondo le norme internazionali, se una nave mercantile di un paese belligerante salpa da un porto neutrale, nessuna nave da guerra del paese nemico può salpare prima di 24 ore). Mercoledì 13 dicembre 1939, nell'ufficio dell'addetto navale presso l'ambasciata inglese di Buenos Aires giunsero notizie allarmanti. Fummo informati che il commodoro Harwood, la cui insegna era issata sul pennone dell'Ajax e che era accompagnato dall'Exeter e dall'Achilles, era im pegnato in battaglia con la Graf Spee. Sapevamo perfettamente che, in quanto a potenza, la sua formazione era relativamente più debole della corazzata tascabile tedesca, e sapevamo anche che non vi erano rinforzi che potessero giungere in aiuto prima di alcuni giorni. Col trascorrere delle ore, la tensione aumentava poi, con nostra grande sorpresa e sollievo, venimmo a sa pere che la Graf Spee si stava dirigendo verso il Rio de la Plata. Più tardi sentimmo che aveva mutato rotta e che stava puntando su Montevideo. La prima cosa che dovevamo cercare di fare era scoprire l'entità dei danni subiti dalla Graf Spee. A tal fine, dopo esserci procurati una barca, girammo attorno alla nave mantenendoci a pochi metri di distanza. Eccettuato uno squarcio ben al di sopra della linea di galleggiamento, nella parte prodiera e qualche danno alle sovrastrutture, la nave appariva in condizioni discrete; e lo strano dispositivo del quale avevo sentito parlare ma che non avevo ancora avuto occasione di vedere, e di cui le navi di Harwood non erano ancora dotate, l'antenna radar sembrava funzionare in modo soddisfa cente. Gli uomini dell'equipaggio si occupa vano con aria tranquilla dei lavori di bordo. Evidentemente neppure i motori principali avevano subito gravi danni. Altrimenti, come avrebbe potuto la corazzata raggiungere Montevideo a tutta velocità? La faccenda aveva tutta l'aria di un enigma, e noi concludemmo che il motivo che aveva indotto il comandante Langsdorff a portare la sua nave in porto fosse costituito da qualche grave guaio alle apparecchiature di comando delle artiglierie o quelle del tiro o dalla mancanza di munizioni, e che quindi per il momento la nostra politica avrebbe dovuto essere quella di esercitare pressioni sugli uruguayani affinché bloccas sero la Graf Spee internandone l'equipaggio o di insistere affinché, visto che appariva in grado di tenere il mare, alla nave non fosse consentito di restare in porto per più di 24 ore, secondo quanto stabilivano le norme internazionali. Riferii questo mio punto di vista al nostro ministro, Eugen Millington Drake, il quale già tanto si era dato da fare per promuovere gli interessi inglesi in Uruguay, ed egli inviò immedia tamente una nota in tal senso al governo uruguayano.
Purtroppo scoprimmo ben presto di avere preso la decisione sbagliata. Il mattino seguente il commodoro Harwood ci spiegò come, in realtà, stavano le cose: la Graf Spee era ancora una formidabile unità di combattimento e, invece d'insistere affin ché fosse obbligata a salpare, avremmo do vuto fare tutto il possibile per tenerla in porto almeno fino a quando Harwood avesse ricevuto i rinforzi necessari per di struggerla. Devo rilevare che a quel tempo potevamo comunicare col commodoro solo con estrema lentezza. Poiché in Uruguay non avevamo alcun impianto radio clande stino (analogo a quello che, come scoprim mo più tardi, avevano i tedeschi) tutti i messaggi dovevano essere instradati sulla rete telegrafica ordinaria facente capo alle isole Falkland. Durante quel primo giorno il comandante Langsdorff e i suoi ufficiali furono molto attivi. Il comandante scese a terra per con ferire col ministro tedesco, Otto Langmann, e con l'addetto navale capitano di vascello Niebuhr. Essi fecero i preparativi per celebrare a terra il funerale degli ufficiali e dei marinai tedeschi caduti in combattimento e si accordarono con le autorità uruguayane af finché queste ultime ispezionassero la nave, sperando probabilmente che in seguito a tale ispezione alla Graf Spee sarebbe sta to concesso loro di restare in porto il tempo necessario alla riparazione dei danni. I tedeschi interpellarono inoltre numerose imprese specializzate in riparazioni, le qua li inviarono a bordo i loro tecnici. Sabato mattina salii a bordo dell'Ajax dove trovai il commodoro da lui seppi che il Cumberland aveva raggiunto la formazione in sostituzione del l'Exeter, ma che i rinforzi, costituiti dal l'incrociatore da battaglia Renown e dalla portaerei Ark Royal, erano giunti solo a Rio 1000 miglia più a nord dove si stavano rifornendo di combustibile. Inol tre l'Ajax poteva impiegare solo la metà del suo armamento principale Harwood sottolineò nuovamente quanto fosse importante bloccare la Graf Spee nel porto. L'altro suo principale motivo di preoccupazione era dato dall'atteggiamento del le autorità uruguayane, specialmente per quanto concerneva le loro rivendicazioni relative alla questione delle acque territo riali. Quella mattina stessa l'Ammiragliato gli aveva comunicato di limitarsi a rispettare il limite delle tre miglia, senza minimamente preoccuparsi della rivendicazio ne dell'Uruguay sull'intero estuario del Rio de la Plata rivendicazione sostenuta, con l'appoggio degli Stati Uniti, da tutte le al tre repubbliche sudamericane. Tuttavia, rendendosi conto di quanto le nostre navi in missione nell'Atlantico meridionale di pendessero dall'atteggiamento di quei paesi nei nostri confronti, il commodoro esita va a sfruttare le istruzioni ricevute dal l'Ammiragliato. Mentre tornavo al mio ufficio mi avvidi che a bordo della Graf Spee si stava svol gendo un'intensa attività. Molti operai, provenienti da Buenos Aires, lavoravano di gran lena, mentre il mercantile tedesco Turoma stava trasbordando sull'unità da guerra un notevole quantitativo di provviste. Inoltre, sebbene il governo uruguayano avesse accettato la nota con cui prean nunciavamo, per la sera stessa, la parten za di un secondo mercantile, il Dunster Grange, le autorità informarono il nostro ministro di non poter accettare ulteriori preavvisi poiché la Graf Spee aveva annun ciato di voler salpare il giorno seguente. Fu allora che si ebbe un lampo di genio, facciamo credere ai tedeschi che questa notte arriveranno in nostro aiuto grandi rinforzi; commissionan do un notevole quantitativo di combustibi le per rifornire tali rinforzi presso la ba se navale argentina, dovremmo riuscire a convincerli. Questo sotterfugio doveva pe rò essere approvato da Londra, e l'appro vazione doveva giungere in tutta fretta e ci giunse nel giro di quattro ore!. Si trattava ora di stabilire quale fosse il modo migliore per far filtrare questa in formazione negli ambienti tedeschi. Sape vamo che la linea telefonica tra Montevi deo e Buenos Aires era controllata se avessi telefonato all'ambasciatore inglese che si trovava in quella città, con probabilità i tedeschi lo avrebbero quasi subito. Il giorno seguente, domenica, il tempo era splendido. Una grande folla era confluita a Montevideo dall'altra sponda del Rio de la Plata e dal resto del paese vi era un'atmosfera di spasmodica attesa la radio aveva annunciato che la Graf Spee sarebbe probabilmente salpata quello stesso giorno e che era possibile che, appena fuori dal porto, scoppiasse una battaglia navale. Verso la fine della mattinata, una delle nostre vedette entrò agitatissima nell'ufficio dicendo: " Ci sono dei marinai che stanno scendendo dalla Graf Spee. Fin ad ora ne abbiamo contato un centinaio ". Scendendo al porto notai che la scala del cassero era stata nascosta con un telone, e vidi, accanto alla Graf Spee, una motolancia completamente coperta da tende cosicché era difficile riuscire a vedere chi o che cosa i tedeschi stessero imbarcando. La motolancia fece numerosi viaggi tra l'unità da guerra e il mercantile Tacoma, e una delle nostre vedette, situata in un punto particolarmente fortunato, attraverso uno strappo nel telone era riuscita a vedere ciò che stava accadendo ed aveva tenuto il conto degli uomini che si spostavano. Più tardi i tedeschi abbandonarono ogni pretesa di segretezza e, verso la metà del pomeriggio, tutti ormai sapevano che ottocento uomini avevano abbandonato la nave. Era dunque chiaro che essa non avrebbe potuto combattere.
La fine della Graf Spee
Alle ore 18.15, con la bandiera di combattimento issata su ambedue gli alberi, la Graf Spee cominciò a mollare gli ormeggi, si mise in moto con i propri mezzi e superò il molo, seguita da vicino dal mercantile Tacoma. In quei momenti pensammo che essa intendesse portarsi in acque territoriali argentine; ma quando fu giunta a circa tre miglia al largo accostò verso ovest e si arrestò. Subito dopo, tra la Graf Spee e il Tacoma, anch'esso fermo, si svolse un certo movimento di lance, finché alle due unità si accostarono due grossi rimorchiatori appartenenti ad una società tedesca di Buenos Aires, provenienti dal Rio de la Plata; il movimento di imbarcazioni intorno al la corazzata tascabile si fece allora più intenso. Nel momento esatto in cui il sole scese dietro di essa dalla nave tedesca si levò una gran nube di fumo ed un immenso bagliore fu seguito dopo pochi istanti dal fragore di una enorme esplosione.